Rimescola con un bastone il fondo di un'acqua stagnante o paludosa, ne vedrai salire delle gallozzole; le quali, ove raccolgansi in recipienti pieni d'acqua e capovolti colla bocca sotto il livello, si mostrano costituite da un gasse capace di ardere, e perciò detto da Volta aria infiammabile delle paludi; ed è idrogene carburato, o un miscuglio dei sopraddetti gassi. Spicciano talora anche dalle acque correnti, come accade alle rive del Tevere dentro Roma.
2°. Sono gassi elaborati talora lentamente nel seno della Terra dalle stesse azioni fisiche e chimiche, donde originano le eruzioni vulcaniche; gassi che trovano un adito nelle fenditure del suolo, e si spandono nell'atmosfera. Che se il sito è chiuso ed il gasse molto pesante, questo si dissipa lentamente, e di continuo ne subentra del nuovo.
3°. I terreni ardenti dànno esalazioni d'idrogeno carburato misto spesso al gasse idrosolforico. Ma se una di queste fiamme, lontana da altre, si spenga, non suole riaccendersi da sé.
4°. Le salse tengono un posto di mezzo fra i terreni ardenti o le sorgenti d'aria ed i vulcani. Talora fanno delle vere eruzioni di fanchiglia, rena, e pietre abbastanza grosse. Le salse più conosciute sono quelle dell'Appennino nel modenese, nel parmense, e nel bolognese, e quella di Macaluba in Sicilia.
69. vulcani.
Più noti sono i fenomeni dei vulcani, dei quali entriamo a parlare.
I. DEFINIZIONI.
1°. Suol darsi il nome di vulcani ai monti, dai quali a quando a quando esalano fumo o sabbie, e talvolta vengono scagliati sassi roventi, o scaturiscono fiumi infocati; e tutto ciò non di rado con accompagnamento di ruggiti, tuoni, e rimbombi.
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