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      2°. Le materie pietrose e fuse, che escono dai vulcani, vengono chiamate lave.
      3°. Si addimandano crateri le aperture, di forma pressochè d'imbuto, donde escono i corpi infuocati.
      4°. È chiamato fummaiuolo il vulcano, quando non emette che fumo.
      5°. Diconsi solfanarie quei siti, donde si sollevano delle esalazioni sulfuree.
      6°. Si appellano boati i muggiti o tuoni che escono di sotterra precursori o compagni dell'eruzione vulcanica.
     
      II. SCOLII.
      1°. Si conoscono presso a 200 vulcani ardenti, più della metà dei quali ritrovansi nelle isole. L'Europa continentale ne à uno ed è il Vesuvio di Napoli. Nell'isola di Sicilia vi è l'Etna che è uno dei vulcani più alti del mondo: dacché esso si eleva a metri 3400; ed in prossimità della stessa vi è lo Stromboli, che è uno dei meno elevati.
      2°. Più volte è avvenuto che dei vulcani scoppiati dal fondo del mare ànno formato nuove isole. Così nel 1831 presso la Sicilia nacque una nuova isola, che presto si abbassò, ed il 28 del seguente dicembre scomparve. Nel 1538 vicino a Pozzuoli, in virtù di un'eruzione prodotta da fuochi sotterranei, in 48 ore sorse e si formò il così detto Montenuovo, alto 650 metri sul suolo e del perimetro di 3 chilometri.
      3°. Le eruzioni dei vulcani sono spesso precedute da colonne di denso fumo; che, con vapori e varii gassi (che sono a un dipresso quelli delle salse) e talvolta ancora con cenere, s'innalza con impeto a grandi altezze, ed oscura perfino l'orizzonte. Ad esse si associano, non che i boati, lampi, fulmini, e tuoni fragorosi.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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