La quale può dividersi in tre parti: I. costruzione e misura dei triangoli; II determinazione della meridiana; III. misura della medesima. E di queste tratteremo separatamente nei tre scolii, che vengono appresso.
2°. Bisogna principiare dallo scegliere le stazioni; ossia una serie di punti culminanti visibili uno dall'altro tre a tre, i quali racchiudano la linea meridiana, che si vuol misurare; e quindi piantarvi dei segnali o grandi biffe. Tali stazioni per Boscovich furono (fig.72.) [vedi figura 072.gif] la cuppola (B) della Basilica di S. Pietro, il monte Gennaro (G) sopra Palombara, il Monte Soriano (S) o Cimino sopra Caprarola, il Fionco (F) vicino a Spoleto, il Pennino (P ) non molto lungi da Nocera, il Tesio (T) al di là di Perugia, il Catria (K) sopra Canziano, il Carpegna (C) in vicinanza di Monte Feltro, il Luro (L) sette miglia lontano da Pesaro. Poscia si deve misurare con tutta esattezza una breve linea retta, dagli estremi della quale si veggano almeno due stazioni, cioè la base. Boscovich ne costituì due; una romana e fu la via Appia o la linea (sf) retta intercetta fra il sepolcro di Cecilia Metella e le Frattocchie; ed una riminese (rA) sul lido dell'Adriatico e precisamente alla foce del fiume Ausa: e le misurò con ogni possibile precisione. Quindi si devono misurare gli angoli, che formano le rette che da una stazione vanno ad altre due prossime. Fu adoperato da Boscovich un quadrante, ossia una grande squadra (fig. 2.) di legno, sul vertice della quale potea girare un canocchiale, ma solo parallelamente al piano del quadrante.
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