2°. [vedi figura 074.gif] La sferoidicità della Terra può dedursi e da metodi teorici, e dalla misura diretta dei gradi del meridiano. I. Se la Terra fosse tutta ricoperta dalle acque e ferma, dovrebbe per le leggi della fluidità, che esporremo nel Secondo Volume (28. III. 1°) costituire una sfera perfetta: ed ove le si collocasse tutt'intorno all'equatore una fascia di montagne o di acqua, quelle vi si fermerebbero, ma questa rifluirebbe anche sui poli ingrandendo il raggio della sfera. Non così nell'ipotesi che la Terra ruoti intorno a se medesima. Perché in tal caso si svilupperà in ciascuna sua molecula una certa forza centrifuga; che è analoga a quella, per la quale col ruotare verticalmente un secchio pieno di acqua, questa si spinge verso il fondo anche quando il secchio tiene la sua bocca rivolta in giù. E però l'acqua dei mari, che ritrovansi in ogni regione della Terra, ed anche nell'equatore, dovrà rifluire appunto verso l'equatore medesimo, e mantenervisi ad un livello più distante dal centro della Terra che non quello delle regioni polari. Poichè si conosce la velocità diurna della Terra, la intensità della forza centrifuga che ne deve derivare, e la teoria newtoniana della diminuzione del peso per la maggior distanza dal centro; col calcolo istituito su queste basi, non solo può dimostrarsi la sferoidicità, ma possono determinarsi eziandio le vere dimensioni dei nostro globo. II. Si può anche partire dai fatto della diminuzione del peso dei corpi all'equatore, ricercare (come accennavamo nello scolio antecedente) se questa diminuzione si possa tutta attribuire alla forza centrifuga, e, in caso che no, investigare di quanto i corpi all'equatore debbono distare dal centro della Terra più di quelli ai poli per poter ascrivere a tal distanza la diminuzione residua del loro peso.
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