III. ALTRI SCOLII.
1°. La distribuzione del calore sulla superficie del globo non va di pari passo colle latitudini; anzi, secondo le ricerche di Humboldt, le linee isotermiche non conservano il parallelismo fra loro e coll'equatore che in vicinanza della zona torrida. Al di lā del trentesimo parallelo queste curve si rialzano verso i poli; e nell'emisfero boreale esse ānno due inflessioni, la convessitā di una delle quali č offerta sopra l'Europa occidentale, e quella dell'altra sul fianco occidentale d'America; la concavitā poi ritrovasi da una parte in Asia, e dall'altra nel lato orientale di America.
2°. I moderni sogliono dividere la superficie del globo in sette zone isotermiche o climi: I. la zona torrida, o equatoriale o cocente, nella quale domina la temperatura media da 30°C a 25°; II. la zona calda, ove il calore medio sta fra i 25° ed i 20°; III. la dolce, che ā temperatura frapposta ai 20° ed ai 15°; IV. la temperata, nella quale discende dai 15° fino ai 10°; V. la fredda, che l'ā fra i 10° ed i 5°; VI. la freddissima, che oscilla fra 5° e 0°; VII. la glaciale, in cui va sotto zero. Lo Spitzberg, che ā latitudine 80°, e la temperatura media - 23°, č nel settimo clima; Pietroburgo alla latitudine 60° l'ā di 3°, e perō sta nel sesto; Londra e Parigi, alle latitudini 51 e 49, con temperatura di poco superiore ai 10°, stanno nel quarto; nel quarto sta anche Torino, che č alto 278 metri, ā latitudine 45°, temperatura massima 37°, minima -18°, media 12°; Roma alla latitudine 41° 53' 54", alta 51 metri, e la cui temperatura massima č 38°, minima -6, media 15°,5 sta tra il quarto o temperato, ed il quinto ossia dolce; e di poco ne differiscono Firenze e Napoli.
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