Negli alberi dicotiledoni, quando in primavera si rianima la vegetazione, i succhi discendenti imbevono l'endoderma; però molte cellule di questo si allungano, si rinforzano, e diventano fibre, altre col distruggersi il tramezzo che le divide si trasformano in vasi: e così lo strato cellulare si cangia quinci in uno strato di tessuto ligneo che si sovrappone a quello dell'anno precedente, e quindi in diversi straterelli di libro che si addossano ai preesistenti. Inoltre fra i fascetti fibrosi e vascolari del legno si sviluppano nuove porzioni di tessuto cellulare, le quali ne dilatano gli strati. L'accrescimento in altezza è dovuto allo sviluppo delle gemme terminali. Anzi questo è tutto nelle piante monocotiledoni. Nelle quali, crescendo la radichetta, il tronco rimane assai breve e circondato da foglie disposte in linee spirali molto ravvicinate. La gemma terminale è ricoperta da numerose squamme, che coll'andar dei tempo si debbono svolgere in foglie; ma a mano a mano che questa gemma si va sviluppando, le foglie sono rigettate ai lati, in essa si svolgono sempre più numerosi i fascetti che ànno origine presso la corteccia, e descrivendo un arco ed allungandosi verso l'alto nell'interno del tronco, ritornano verso la corteccia per entrare nelle foglie.
85. Riproduzione.
Passiamo ora a vedere i principali fenomeni, che accompagnano la riproduzione delle piante
I. DEFINIZIONI.
1°. L'involucro esterno, comunemente verde che avvolge tutto il fiore, quando non è ancora sbucciato, chiamasi calice; e vengono dette sèpali le parti del calice distinte ed analoghe a fogliette.
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