II. SCOLII.
1°. [vedi figura 122.gif] Riguardo alla fecondazione, primieramente conviene avvertire che l'ovulo, quando comincia a comparire sulla placenta dell'ovario, è un piccolo rialzo di tessuto cellulare senza alcuna parte distinta. Poi s'ingrossa, vi si stendono sopra due membrane una sull'altra, le quali poscia lo rivestono totalmente, lasciando solo verso l'apice una apertura.
2°. Nei fiori ermafroditi, appena il fiore è aperto e talvolta anche prima, gli stami con moto abbastanza distinto avvicinano agli stimmi le antere; queste allora si aprono, e la polvere del polline cade, oppure è portata dall'aria sullo stimma, ove essa rimane in virtù della vischiosità del liquido prodotto dal pistillo. Ciò fatto, i granelli di polline si rigonfiano, ed emettono i tubi ripieni di fovilla. Questi penetrano nel tessuto cellulare molle dello stimma, discendono pel centro dello stilo nelle pareti cellulose dell'ovario, arrivano agli ovuli, s'internano per le aperture delle loro due membrane, e toccano il nucleo. Dopo ciò le cellule embrionali si gonfiano, se ne complica la struttura, e si trasformano in veri embrioni. Intanto il sacco embrionale si va assottigliando, e poi scomparisce, oppure si riempie di materie nutritive del seme: come pure le due membrane dell'ovulo si assottigliano e ne formano una sola, costituente il tegumento del seme; e la loro apertura si riduce ad un foro piccolo quanto un punto.
3°. Nei vegetali con fiori unisessuali, quando gli stami ed i pistilli trovansi in fiori differenti, come avviene nel granturco, nei pistacchi, nelle palme, la polvere finissima delle polline è trasportata dall'aria e dagli insetti anche a distanze assai considerevoli.
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Riguardo
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