4°. Quanto poi alle piante acquatiche, essendo necessario che gli stami ed i pistilli sieno circondati da un aeriforme, accade che o le piante sommerse innalzano i fiori sul livello dell'acqua, almeno nel tempo della fecondazione; oppure i fiori stessi, in virtù della respirazione, già contengono nei loro involucri una certa quantità d'aria.
5°. [vedi figura 123.gif] Compiuta la fecondazione, gli stami e le altre parti del fiore ordinariamente appassiscono, marciscono e cadono. La vita è allora concentrata nell'ovario e negli ovuli, i quali si trasformano e diventano il frutto. Questo è dunque l'ovario, che à maturato i suoi ovuli, che li à cioè cangiati in semi. Ma si dà tal nome anche alle riunioni di molti ovarii prodotti dall'aggregazione di molti fiori prima isolati, e poi saldati fra loro. Servano d'esempio i coni dei pini e degli abeti, ed il fico.
6°. Ma vi è un'eccezione alla riproduzione normale. Alcune piante possono riprodursi mediante i bulbilli, ossia per mezzo di certe gemme ascellari, che mature si staccano da sè, cadono a terra, vi mettono radice, germogliano e dànno origine ad altrettante piante. Questa riproduzione è chiamata gemmipara. Ma sembra, che nelle piante diòiche, le quali fioriscono una sola volta all'anno, i semi possano svilupparsi e riprodurre la pianta anche senza veruna fecondazione per parte del polline.
7°. Artificialmente poi si può avere la riproduzione I. per gemme, mettendo nel terreno, e nelle opportune condizioni di umidità e calore una gemma di un vegetale; II. per getto, se la gemma è alquanto sviluppata; III. per piantoni o talee, piantando nel terreno rami forniti di gemme; IV. per radici e per i tuberi che vi sono attaccati, ugualmente; V. per margotta, infiggendo un ramo verticalmente nella terra bagnata, e recidendolo dalla pianta madre quando à gettato le radici; VI. per propaggine, piegando un ramo sotterra, in modo che la cima riesca di fuori; e con una legatura od altro arrestando il succhio della parte sotterrata, affinchè getti radici; VII. per innesto, inserendo una parte d'una data pianta su di un'altra, in modo, che il libro e l'alburno dell'una e dell'altra sieno a contatto, e però nasca in esse una comune circolazione: e v' è l'innesto per approssimazione, a marza, ad occhio; ma di ciò agli agricoltori.
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Compiuta
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