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      Ed affinchè non si dovesse ricorrere di nuovo ad una confusione simile, stabilì che quind'innanzi tutti i mesi fossero composti altri di 30, altri di 31 giorno, ad eccezione del mese di Febbraro, il quale avrebbe ordinariamente 28 giorni: ma ogni quattro anni ne avrebbe 29. Allora in ciascun mese si distinguevano tre giorni; il primo del mese, che dai Romani si scriveva con lettere maiuscole, erano le calende, quindi la parola calendario; il 5 le none, e il 13 le idi; a differenza dei mesi di Marzo, Maggio, Luglio, e Ottobre, nei quali le none cadevano il 7, e le idi il 15 del mese. Volle pertanto Giulio Cesare, che il giorno addizionale di Febbraro fosse frapposto fra il 24, nel quale dicevasi VI Kalendas, ed il 25, in cui si diceva V Kalendas martias, e che fosse nominato con bis sexto Kalendas. Quindi il nome di bisestile imposto all'anno, che ricorre ogni quattro, ed è composto di 366 giorni.
      E qui non sarà inutile avvertire, che devesi accuratamente distinguere questo calendario giuliano dal, così detto, periodo giuliano. Premettiamo che l'anno non è esattamente divisibile pei giorni delle lunazioni; e però, i novilunii accadono successivamente in date diverse. Ma però ogni 19 anni ritornano nelle date stesse. Questo periodo di 19 anni costituisce il così detto, ciclo lunare. Si può quindi chiamare I l'anno, in cui la neomenia accade il 1°' di Gennaro, e II quello che viene appresso, e così di seguito fino al XIX, e poi riprincipiare da capo per gli anni successivi. Allora, conosciuti i giorni delle fasi per quel ciclo, sono conosciuti per tutti gli altri.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Prima
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 395

   





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