È dunque tutt'altra cosa dall'anno o calendario giuliano. Tornando ora a questo, è facile accorgersi che non risolve completamente il problema: dacchè come risulta dalle cose dette (33. IV. 3°) l'anno tropico è undici minuti, dieci secondi, e tre decimi più breve di 365 giorni e 6 ore.
Per la qual cosa dopo sedici secoli, cioè ai tempi di Gregorio XIII avvenne che le stagioni erano spostate di ben 10 giorni. A riportare il ritorno di queste alle loro antiche date, e ad ovviare per sempre a un tal disordine, furono dal medesimo Sommo Pontefice tolti 10 giorni al mese di Ottobre del 1582; in cui si disse 1, 2, 3, 4, 15, 16,....; e furono promulgate le seguenti regole, che costituiscono la riforma gregoriana.
1° Ogni anno, espresso da un numero non divisibile per 4, è di 365 giorni.
2° Ogni anno, espresso da un numero divisibile per 4, ma non per 100, è di 366 giorni.
3° Ogni anno, espresso da un numero divisibile per 100, ma non per 400 è di 365 giorni.
4° Ogni anno, espresso da un numero divisibile per 400, è di 366 giorni.
Così bisogna che passino più di 3000 anni, perchè le stagioni si spostino di un giorno. Si potrebbe ottenere che questo spostamento di un giorno accadesse solo dopo centomila anni, aggiungendo per 5a regola, che gli anni rappresentati da un numero divisibile per 4000 non avranno che 365 giorni. Il calendario gregoriano, adottato da prima da tutti i cattolici e molto più tardi anche dai protestanti, non è ancora stato ricevuto in Russia e in Grecia; e però adesso le nostre date differiscono da quelle degli scismatici, di 12 giorni.
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