Ed in prima è un fatto, che tutti i corpi (I. 1a) ci si mostrano composti di più parti, distribuite una fuori dell'altra nello spazio: vale a dire ci si mostrano estesi. È parimenti un fatto, che questi esseri estesi sono più o meno restii ai nostri impulsi, cosicchè bisogna esercitare uno sforzo por determinarli al moto o alla quiete; e di più uno non cede all'urto dell'altro che in parte, e reagendo su quest'altro: in breve sono resistenti. Ed è appunto per questa resistenza cui oppongono i corpi esterni scambievolmente fra loro ed ai nostri organi, che la materia ci si rende sensibile. Dunque nel concetto di corpo entrano del pari l'estensione e la resistenza. Or bene, tolta o la estensione o la resistenza, si perde il concetto, che l'osservazione ci somministra, dei corpi: al contrario quelle due proprietà unite insieme bastano a fornirci il concetto medesimo.
2° Certamente noi negheremmo il nome di corpo ad una cosa, nella quale non ritrovassimo o la estensione o la resistenza. Dacchè una pura estensione senza resistenza di sorta, come sarebbe una figura geometrica, lo spazio puro per esempio di una camera votata completamente di tutto, non opererebbe sui nostri sensi e non si direbbe corpo: come parimenti una resistenza, oppostaci da un essere che non ci apparisse esteso, ci rivelerebbe una forza, la quale potrebbe bensì essere da noi attribuita ad un genio benefico o malefico, ma non mai alla materia. Tolta adunque o la estensione o la resistenza, perisce il concetto che noi abbiamo dei corpi.
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Certamente
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