Dunque la inerzia non è mai la resistenza. Perchè l'inerzia non è la resistenza vera ed intrinseca: essendo essa qualche cosa di negativo, la mancanza cioè di spontaneità nelle forze corporee; e però quelle due forze che spiegano tale resistenza saranno bensì inerti esse pure, ma non la inerzia medesima. Nè anche può dirsi che l'inerzia sia la resistenza o estrinseca o apparente, la quale è appunto ciò che chiamano forza d'inerzia quelli che ammettono nei corpi (come fa Traversi(10)) una forza conservatrice dello statu quo: giacchè si è già dimostrato (4. IV. 2° e 3a) che questa forza nel corpo che ne mostra gli effetti certamente non vi è.
II. COROLLARII. Ma dal concetto dell'inerzia, a questo modo rettificato, discendono tre corollarii di grande rilevanza.
1° Le operazioni dei corpi non sono vere azioni, e però sono chiamate reazioni. Infatti i corpi veramente operano, e quando noi li sentiamo, non è un altro che ce li fa sentire; ma sono essi medesimi che urtano o stimolano, sia direttamente sia indirettamente, il nostro corpo, e così ci si rivelano. Ma le operazioni dei corpi, non essendo affatto libere, e nè anche spontanee, non meritano il nome di azione; ad esse è riservato il nome di reazione. Poichè per reazione si intende qualunque atto, che sia determinato pel suo nascimento e per la sua quantità da uno stimolo. Le operazioni dei corpi non sono dunque azioni vere, ma pure reazioni. Si comprende quindi che il vocabolo reazione à due sensi uno più ampio, ed allora essa significa operazione determinata in tutto da uno stimolo; l'altro più ristretto ed importa quella parte dell'operazione di un corpo, colla quale questo opera contro lo stimolo medesimo (4. II. 2a).
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Traversi
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