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      6.) al collo superiore (E) del recipiente sferico (R) sia invitato un altro vase cilindrico (M) di ugual capacità dei precedenti. Imaginiamo inoltre che in ciascuno dei recipienti cilindrici (M, N) si ritrovi uno stantuffo (S,T) portato da un'asta (U,V), la quale trapassi a chiusura ermetica pei fondi dei detti recipienti. Facciano finalmente che questi abbiano un proprio beccuccio (H e K) munito di chiavetta colla bocca in su. Posto tutto ciò, l'esperienza si conduce nel seguente modo. I due recipienti cilindrici si svitano dai colli dello sferico, e si riempiono di acqua, e quindi si ricollocano al loro posto. Chiuse le chiavette (E, F) dei colli, ed aperte quelle (H e K) dei beccucci, si abbassi coll'asta (U) lo stantuffo (S) del vase superiore fino al fondo (H) del recipiente; e parimenti (per V) si innalzi lo stantuffo (T) dell'inferiore fino al suo cielo (K). A questo modo verrà spinta fuori l'acqua dei recipienti. Dopo ciò si chiudono anche le due chiavette dei beccucci, e si riportano gli stantuffi al posto loro (in S e T). Nè per questo sarà entrata l'aria nei due detti vasi: sì perchè questi si suppongono perfettamente cilindrici, e gli stantuffi debbono andar tanto esatti dentr'essi, che in qualunque punto si trovano, facciano sempre una chiusura ermetica (e questo significa stantuffo); sì perchè se i due vasi si tuffino sott'acqua, e poi si aprano le chiavette, si vedrà che ambidue si riempiono di liquido, il che non accadrebbe se contenessero aria. Tolta adunque a questa maniera l'aria dai recipienti, si aprano le chiavette dei colli (E ed F). Allora un sibilo manifesta che il vapore, il quale trovasi nel recipiente sferico (R), è andato a spandersi nei due cilindrici.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424