2° In generale, dentro certi limiti, ad ogni uguale aumento di temperatura corrisponde nel medesimo corpo un'uguale dilatazione. I. Giacchè, sebbene non possa dirsi che i solidi abbiano un coefficiente di dilatazione veramente costante; pure dentro certi limiti, e pigliando la cosa non a rigore matematico, ma con una certa larghezza, può asserirsi che si dilatano abbastanza ugualmente per uguali aumenti di temperatura. II. Più costante è il coefficiente di dilatazione nei liquidi, e fra questi si distingue l'idrargiro: il quale, dentro i limiti della temperatura del ghiaccio fondentesi e quella dell'acqua bollente, si dilata assai uniformemente. A dimostrarlo De Luc e Crawford, segnate sul cannellino del termometro le due altezze, a cui giunge il livello dell'idrargiro (quando lo strumento medesimo si trova immerso prima nel gelo triturato, che si vien fondendo, poi nell'acqua che bolle) presero un miscuglio di due masse uguali d'acqua, una che fosse bollente, e l'altra appena fusa; e videro, che il livello si stabiliva nel mezzo fra i due sopraddetti segni. Aggiungendo poi al detto miscuglio delle determinate quantità di acqua o bollente, oppure ottenuta allora allora dal ghiaccio, trovarono che il detto livello si fermava ad altezze proporzionali alle temperature, che dovevan supporsi nei due miscugli. Altri ricorsero ad altri metodi ancora più esatti; e provarono che ogni qual volta l'idrargiro si riscalda, fra quei due limiti, di un altro centesimo di più, si dilata eziandio di un cinquemillesimo circa(15) del suo volume.
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Giacchè De Luc Crawford
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