Anzi può sempre replicarsi la seguente esperienza di Cavendish. Un filo d'argento, appeso pel suo capo superiore, porta al suo capo inferiore una sottile, ma lunga asta orizzzontale, agli estremi della quale sono appese due piccole palle metalliche. Due altre palle assai grandi, del peso di circa 200 chilogrammi, sono sospese per mezzo di sbarre di ferro, in modo da potersi portare (girando le sbarre medesime) in prossimità dell'asta orizzontale. La quale, appesa com'è pel suo mezzo al filo d'argento, può facilmente oscillare; mentre a tale effetto non esige che la forza capace di torcere alquanto il filo medesimo. Or bene: quando le due grosse palle di piombo sono portate in vicinanza delle due piccole, queste si agitano, principiano ad oscillare, e mostrano così la lor tendenza a cadere su quelle.
III. LEGGI. 1° La gravità opera del pari su tutti i corpi. Si è creduto un tempo che la maggior velocità, onde cadono i corpi specificamente più pesanti, e il diverso peso specifico medesimo, derivasse da una diversa forza di gravità; quasi che ciascun atomo, esempigrazia, di piombo debba pesar più che ciascun atomo di stagno, perchè la gravità per sè medesima si esercita con maggiore energia verso il piombo, che verso lo stagno. Invece può al presente dimostrarsi che ciascun atomo(21) di qualsivoglia corpo è sottoposto alla forza medesima della gravità; che questa, quanto è da sè, e nelle circostanze stesse, spinge tutti i corpi a cadere colla medesima velocità. I. Il primo ad accorgersi di questa legge fu Galilei.
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Cavendish Galilei
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