Ora il peso specifico e la misura della densità (19. IV. 1°), ossia del numero maggiore o minore di particelle contenute sotto l'unità di volume di un corpo. Dunque quasi tutti i corpi, e perfino il piombo, costano di un numero di atomi inferiore alla metà di quello, che costituisce un pezzo di platino del medesimo volume. Per conseguenza, a voler anche supporre che, il platino, densissimo com'è, sia privo di pori; tutti quasi i corpi ne ànno tanti, che, raccolti questi in somma, si ottiene un'estensione maggiore di quella, che s'avrebbe, ove tutte le particelle pesanti, dalle quali i corpi medesimi risultano, fossero strettamente riunite insieme. Ma è poi vero, che il platino non abbia pori? Certo è, che col raffreddarlo, esso sempre vie maggiormente si ristringe; nè si sa a quanto bassa temperatura s'avrebbe a portare, perchè cessasse di contrarsi ulteriormente, impedito dalla impenetrabilità de' suoi atomi. Dunque nel platino medesimo debbono esservi certamente de' pori. E allora anche nei quattro corpi sopra eccettuati, che pesano molto meno del platino, sarà forse maggiore la somma delle cellule vuote della sostanza loro, che quella delle particelle pesanti: in altri termini, il vuoto supererà il pieno. Anzi può ragionevolmente sospettarsi por analogia, che avvenga eziandio nel platino ciò, che è indubitabile in tutti gli altri.
II. SPIEGAZIONI. 1° Della porosità ancora non è stata proposta una spiegazione categorica. Tutto quello, che è stato pensato a questo proposito, sì riduce ad ascriverla o alla figura ed impenetrabilità delle molecule, o al calorico, o a tutte e due queste cause riunite.
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