4° Se col riscaldare un solido si ottiene di fonderlo, per converso il liquido ottenuto da tal fusione, col lasciarlo raffreddare, si riconsolida. Questo fatto si chiama solidificazione asciutta.
5° Parimente lasciando evaporare il liquido, che sciolse un solido, si ottiene di nuovo il solido medesimo; ossia avviene ciò che porta il nome di solidificazione umida. Per esempio, il risultato dell'evaporazione dell'acqua marina è il sale comune, quello dell'acqua mischiata ad acido carbonico (la quale filtra e geme per le volte di certe grotte) sono le stalattiti, o le stalagmiti, ossia gli alabastri.
6° Talvolta la solidificazione può aversi dai vapori, che sollevandosi di sopra al liquido, si sono depositati sull'orlo, a cagion d'esempio, del vaso, che contiene il liquido medesimo. Allora si dice essere avvenuta una sublimazione.
7° E invece la solidificazione vien chiamata precipitazione, se il solido si forma nell'interno del liquido, sia o non sia caduto il solido al fondo del recipiente.
II. PROPOSIZIONI. 1° Tutti i corpi entrano in fusione ad una temperatura determinata, ed invariabile per ciascuna sostanza: la quale non può essere da loro perduta, senza che di nuovo si solidifichino.
Dimostrazione. I. Si prenda del ghiaccio triturato, e collocatovi fra mezzo il bulbo di un termometro, si esponga ad un moderato calore. Aspettando che i movimenti dell'argento vivo cessino, si ritroverà che il livello di questo si ferma in ogni occasione alla medesima altezza; che è quella appunto, alla quale, come abbiamo già (18. V. 4°) annunziato, si segna zero nei termometri ordinarii.
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Parimente
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