Infatti, se si suppone che il vapore abbia soli 10° di temperatura, liquefacendosi si ristringe in uno spazio, che (come asserisce Pouillet) è cento mila volte più angusto. Ond'è che quell'acqua, la quale si è veduta talora, specialmente nelle regioni equatoriali, cadere sopra un'estensione uguale a circa mezzo milione di metri quadrati, e la quale è stato comprovato essersi elevata nel pluviometro di ben 27 millimetri in un'ora, quand'era vapore si sollevava per uno spazio cento mila volte più grande, ossia all'altezza di due mila e settecento metri. Or questo spazio dee venir subito riempiuto dall'aria, in forza della sua espansività. Quanto dunque non deve essere grande l'agitazione dell'atmosfera, durante tutto il tempo, che l'aria, prossima al luogo in cui si è formata la pioggia, corre a spandersi in questo? Anzi essa dee eccitare una grande scossa, o colpo di vento, se la pioggia sia stata subitanea e copiosa così, da lasciar vuoto in un'ora uno spazio uguale a mille trecento cinquanta milioni di metri cubi.
* II. Sui passaggi dei corpi di uno in altro stato rimangono a dirsi varie altre cose, le quali troveranno il loro posto` nel Trattato del calorico; dappoichè è in questo che si stabiliranno le nozioni necessarie ad intenderle. Frattanto ci sia permesso aggiungere un'osservazione. Sebbene ogni movimento, ogni trasformazione, ogni alterazione, ogni corrompimento, ogni combinazione, ogni nascita, ogni morte ci annunci incessantemente, che non vi à cosa in Natura la quale non sia soggetta a cambiamento; pur non di meno questo passar continuo e facilissimo dei corpi da uno stato ad un altro ci manifesta anche più eloquentemente la mutabilità delle cose create.
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Pouillet Trattato Natura
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