2° È dunque la tenerezza o dolcezza quell'attributo, pel quale apparisce che le molecule di certi corpi sono ritenute congiunte con minor forza. Invece la durezza, che si oppone alla tenerezza, è la maggior violenza, colla quale le particelle di certi solidi stanno mutuamente attaccate.
3° Dunque non dee confondersi la tenerezza colla mollezza, nè la proprietà (che si chiama durezza) opposta alla prima con quella (la quale talora si denomina sodezza, ma il più delle volte si dice anche durezza) opposta alla seconda. Imperocchè i corpi molli mostrano spesso una coesione assai forte, ciò che non avviene nei teneri. Può servir d'esempio la gomma elastica. Questa, ed altri corpi simili, facilmente s'affossano o solcano; ma difficilmente si potrebbero raschiare o radere. Chè la mollezza è una certa scorrevolezza o quasi fluidità, la quale si concilia spesso con un attaccamento di parti molto energico; e la quale, di regola generale, aumenta col riscaldamento (come è notissimo avvenire nel ferro), sebbene talora (per es. nel piombo e nello stagno, che caldissimi sotto il martello si spezzano) accada il contrario. Invece le particelle dei corpi teneri non incorrono le une sulle altre; ma, appena si tenta di spostarle o volgerle alquanto, si staccano. La lavagna è tenera, e intanto non è molle. Ciò non toglie, che qualche volta si trovino associate ambedue le proprietà in un medesimo corpo l'interessante è che una non involge l'altra.
4° Dunque un corpo non può essere levigato che da uno più duro di lui.
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