A comprendere il senso di questa legge č da sapere, come una data sostanza non assume sempre la stessa figura nelle medesime dimensioni angolari.
Ed in vero se si prescinde dal tetraedro, dal cubo, dall'ottaedro regolare, dal dodecaedro o romboidale o pentagonale, e simili; tutte le altre figure, conservando il medesimo tipo, possono variare assai nelle dimensioni angolari. Per esempio, un ottaedro a base quadrata, o rettangolare, o rombica puō essere pių o meno allungato, pių o meno schiacciato (fig. 70. 71. 72.); altrettanto dicasi del dodecaedro bipiramidale (fig. 73. 74. 75.). In somma vi č un numero indefinito di ottaedri a base quadrata, rettangolare,.... e di dodecaedri esagonali. Or bene: una sostanza, la quale cristallizza, a cagion d'esempio, in ottaedri a base rettangolare o in dodecaedri assumerā proporzioni diverse fra la larghezza della base e l'altezza del cristallo; ma questa varietā medesima non č abbandonata al caso.
Che sempre fra la larghezza e l'altezza si ritrovano rapporti razionali e semplicissimi. Per dire una cosa, poniamo che la base di un cristallo di una certa sostanza sia larga centimetri 3: si puō essere certi che l'altezza sua sarā centimetri o 6, o 9; ovvero 1,5, o anche 1; ma non mai 4, nč 5, nč 8, nč 1,45, nč 1,3.
II. SCOLIO. La seconda legge soffre nel fatto molte eccezioni: queste per altro possono farsi rientrare nella regola generale, purchč si ammetta che la diversitā di specie nelle parti di un cristallo non sempre risulta da difetto di simmetria geometrica; ma spesso nasce dalla mancanza di medesimezza nella sua struttura interna.
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