Questa o prima o poi viene a ritrovarsi racchiusa dentro letti e banchi di argilla, che le è impermeabile; e però è costretta ad empire de' vasti serbatoi, dai quali finalmente o trabocca in una sorgente, o fors'anche risale, quasi per un doccione naturale, ad un'altra montagna poco meno alta; e giunta colassù spiccia in polle e fontane, o si riversa in cadute spesso assai vaghe a vedere, e sempre utilissime agli uomini e agli animali. Donde prima in fossatelli, poi in rivi, quindi in torrenti, e da ultimo in larghi e maestosi fiumi va a scaricarsi negli oceani, per tornar poi con lena infaticabile ad evaporare, a risalire alle nubi, ed a risolversi di nuovo in pioggia.
II. Ma non tutta l'acqua che cade in terra ritorna al mare: chè gran parte se ne arresta per via ad irrigare i campi ed annaffiare i vegetali. E qui essa intraprende un lavorio assai più complicato e difficile a spiegarsi. Conciossiachè parte rimane assorbita dalle foglie stesse delle piante, e parte insinuandosi nella divisissima terra vegetale si mesce ai sali, cui questa contiene, e li discioglie e distempera; e poscia per capillarità imprende a salire per le sottilissime fibrille, che costituiscono le estremità delle radici. Ma la capillarità non può fare ascendere questo umore, che nelle cellule inferiori, nè può produrre veruna corrente. Interviene allora opportunamente l'endosmosi, per cui il succo elaborato dal vegetale sale ancor più su; e quindi addensandosi vie maggiormente verso le parti più elevate, per le nuove elaborazioni, alle quali va soggetto, ed aiutato eziandio dal vuoto che si forma in alto per l'esalazione delle foglie, passa di cellula in cellula, di fibra in fibra, e su pei vasi del tronco, e dei rami, assimilandosi passo passo, e tramutandosi in sostanza organica, si spande ad alimentare le varie parti della pianta.
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