La stessa dimostrazione si ricava dalla fontana nel vuoto (fig. 178.). Un vasetto, contenente un liquido e dell'aria, si chiude con un turacciolo (C) traversato da un tubetto (to), che ne tocca quasi il fondo; e poi si colloca sul piatto della pneumatica (PP'), e si ricopre con una campana. Col rarefar l'aria, il gasse contenuto nel nasello, non sostenendo più la stessa pressione esterna, fa forza sul liquido e ne fa zampillare una fontana.
47. Spiegazione delle trombe.
L'attributo dell'espansività dell'aria dà ragione dei fenomeni delle trombe. Dalle teorie della fluidità (37. III. 3a), e specialmente del paradosso idrostatico, risulta come, adoperando la tromba premente (37. II. 2a) per portar l'acqua a molto grande altezza, si esiga uno sforzo straordinario: e ciò per la ragione che la pressione della colonna d'acqua, la quale s'innalza nel tubo laterale, cresce non colla massa, ma coll'altezza di questa. Agevolano tale operazione due altre trombe, una detta aspirante, e l'altra chiamata composta, o prementaspirante: l'utilità delle quali proviene appunto dalla espansività dell'aria. Prima di provar ciò descriveremo queste trombe, ed esporremo l'antica loro teoria.
I. SCOLII. 1° La tromba aspirante (fig. 179.) differisce dalla premente in tre cose. La prima è che l'animella (O) dello stantuffo, e quella (V) del fondo non s'aprono verso il basso, ma verso l'alto, come nella macchina pneumatica. L'altra è, che invece del tubo laterale vi è un condotto (C), il quale si solleva dal cielo della tromba, e termina in un recipiente (D). La terza differenza sta in ciò, che al foro corrispondente alla valvula (V) del fondo è innestato un tubo (A) detto d'aspirazione, il quale colla sua bocca inferiore pesca nell'acqua, che si vuole attignere.
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