Da quell'istante in poi dee sgorgare, per l'orificio (E) del braccio più lungo, tutto il liquido che supera la bocca (A) del braccio più breve. Imperocchè il liquido, che riempie il sifone, si trova fra due pressioni atmosferiche; una delle quali è applicata alla sua bocca esterna (E) e tende a ricacciare il liquido nel vase, l'altra opera immediatamente sul livello (B) del vaso, e mediatamente sull'orifizio (A) immerso, e tende a sospingere fuori il liquido medesimo. Ma la prima pressione è contrariata e in parte elisa dalla pressione della colonna (DE) del liquido contenuto nel braccio lungo, la seconda è bilanciata dalla pressione della breve colonna (AC) liquida del braccio corto. Dunque la prima deve rimaner vinta, ed il liquido deve incessantemente sgorgare: purchè la distanza (BC) fra il livello del liquido e la ripiegatura del sifone non superi 32 piedi, se si tratta di acqua; 28 pollici, se d'idrargiro.
2° Poniamo ora (fig. 187.) che un sifone stia tutto dentro un vaso, in maniera per altro che il braccio (op) più corto si ripieghi fin quasi al fondo del recipiente, ed il più lungo (on) trapassi strettamente pel sughero che ne costituisce il fondo. Con un getto d'acqua non molto copioso potrà bensì ottenersi, che nel recipiente si sollevi il liquido fino ad una certa altezza; ma quando esso è nell'atto di empirsi, tutto il liquido fugge pel sifone. Dacchè non sì tosto l'acqua, introducendosi pel braccio corto (p) del sifone, giunge alla sommità (o) della curvatura di questo, che precipita a riempire il braccio lungo.
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Poniamo
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