3° La facoltà di assorbire gli aeriformi appartiene, sebbene in differentissimi gradi, a tutti i corpi dotati di pori sensibili, ma tenui. Il carbone, a cagion d'esempio, spento sotto una campana piena d'ossigene, ne assorbe un volume 9 volte maggiore del proprio: assorbe invece ben 35 volumi di acido carbonico. Il carbone bagnato à una facoltà assorbente due volte minore; quel carbone naturale assai compatto che chiamano grafite, e quello assai poroso del sughero non assorbono affatto.
III. COROLLARII. 1° Dunque la quantità di aeriforme disciolto da una data massa liquida cresce o diminuisce in proporzione della sua pressione esteriore, ed (ove trattisi di un miscuglio) indipendentemente eziandio da quella di altri vapori. Corollario che discende dalla legge seconda.
2° Dunque le acque contengono sempre dell'aria. Infatti questa si vede uscire in piccole bolle sotto la campana pneumatica; ma poi vi rientra coll'esporre di nuovo l'acqua all'aria. Anzi la quantità assorbita potrà accrescersi a piacere coll'aumentare della pressione, come si fa per imprigionare l'acido carbonico nelle acque gassose.
3° Dunque gli assorbimenti derivano da una qualche azione capillare. Come si fa manifesto dalla legge terza.
4° Dunque le foglie degli alberi debbono assorbire l'acido carbonico, che si trova sempre disseminato in una certa quantità nell'aria atmosferica.
IV. SCOLIO. L'idrargiro è il solo liquore, in cui non siasi ancora scoperto verun assorbimento.
54. Variazioni della pressione atmosferica.
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