Ond'è che l'altezza residua dell'atmosfera sopra uno strato qualunque dev'essere proporzionale al logaritmo delta sua densità in quello strato medesimo, ossia al logaritmo della colonna barometrica(48). D'altra parte, come dalla densità si può inferire l'altezza residua dell'atmosfera, così dall'altezza data si può dedurre la densità. Con questo metodo si trova che all'altezza di 50 chilometri l'aria dev'essere rarefatta in modo, da sostenere un solo millimetro di mercurio, che è la più grande rarefazione che possa ottenersi colla macchina pneumatica. E poichè al livello del mare l'aria sostiene 760 millimetri di mercurio, a 50 chilometri avrà una densità sette in ottocento volte minore di quella dello strato infimo.
II. COROLLARII. 1° Dunque l'ultimo limite dell'atmosfera non è esattamente determinabile. Imperocchè ad altezze poco differenti decrescendo la densità dell'aria assai rapidamente, e diminuendo invece appena sensibilmente il peso (che non diviene la quarta parte se non all'altezza di 4 mila miglia nostrali); presto deve avvenire, che la elasticità sua agguagli il peso stesso delle molecole. Allora ciascuna di queste, spinta com'è secondo il raggio terrestre in su per elasticità, in giù per gravità, si trova animata da due forze uguali e contrarie, e però in equilibrio. Per conseguenza l'atmosfera non potrà travalicare questo confine, ed ivi avrà il suo limite. Ma la densità sarà colassù tanto tenue, che nè per la durata de' crepuscoli, nè per verun'altra osservazione diretta potrà determinarsi il limite di quell'ultima indecisissima sfumatura.
| |
|