II. SCOLII. A maggiore schiarimento delle esposte definizioni, aggiungeremo alcune avvertenze.
1° Semplice significa uno; e come vi sono diverse specie di unità, così vi sono diverse specie di semplicità. Vi è la massima delle semplicità, cioè l'assoluta, ed è la divina; vi è la semplicità dello spirito, delle anime brutali, e degli elementi della materia, ed è quella che esclude la moltiplicità delle parti; vi è finalmente la semplicità chimica, la quale esclude l'eterogeneità di queste parti medesime. Veramente non è facile dimostrare categoricamente, che una data sostanza sia chimicamente semplice; e più volte è avvenuto, che siensi ritrovati i componenti di qualche materia dai Chimici creduta semplice. Egli è però, che la moderna Chimica nel decretare la semplicità di un corpo pretende solo di definirlo indecomposto; tale cioè che, sebbene sia stato in mille maniere cimentato, non si è finora potuto risolvere in altre sostanze diverse da esso.
2° Noi vediamo tutto giorno accadere nei corpi delle trasformazioni o metamorfosi assai più profonde, che non sieno i cangiamenti di stato. Infatti nella nutrizione degli animali e delle piante, nella fermentazione delle sostanze organizzate, coll'esporre al fuoco o caricare di elettrico certi minerali, i corpi si tramutano in altri totalmente diversi. Ora saranno certi sali sciolti nell'acqua, che intromettendosi in un seme ne fanno germinare un'erba; ora saranno due metalli, come il rame e lo zinco, che formano l'ottone; ora due aeriformi, ossigene ed idrogene, che unendosi daranno nascimento all'acqua.
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