3° Dapprima ciascun composto aveva un nome proprio: ma recentemente si è convenuto di chiamare le combinazioni coi nomi dei componenti, terminati in modo, oppure preceduti da tali preposizioni da indicare con ciò solo (almeno relativamente) anche la loro quantità. Si eccettuano le terre, le quali ritengono gli antichi nomi di calce, barite, strontiana, magnesia, ittria, glutina, allumina, silice: perchè si sa che ogni terra è la combinazione quell'O con un metallo, il cui nome è una leggiera variante del nome volgare della terra medesima.
4° Ma eccettuato questo caso e pochissimi altri, il composto basico o indifferente di due semplici si domanda con due parole, la prima delle quali è il nome proprio dell'elemento -°, a cui si dà l'uscita in uro; e l'altra è quello del +°, che si mette in genitivo. Per esempio il cianogene si chiama nitruro o azoturo di carbonio, il sal marino dicesi cloruro di sodio.
5° Quando il -° può entrare in combinazione collo stesso +° in diverse proporzioni, si usano le particelle proto, sesqui, bi, tri, ecc., per indicare che del -° ve n'è una dose, una e mezzo, due, tre, ecc. Così protosolfuro di ferro, e bisolfuro di ferro significano due composti di solfo e ferro, nei quali le quantità dello zolfo stanno fra loro come 1:2.
6° Se poi alla stessa quantità del -° si unisca una doppia, tripla ecc. dose del +°; allora il nome di questo, diventa aggettivo colla desinenza in ico, e gli si premettono le particelle mono, di, tri, tetra, penta, ecc. Esempigrazia nitruro triidrico indica un composto di N ed H, nel quale l'H è in quantità tripla di quella che contiensi nel nitruro monoidrico.
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Dapprima
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