3° Dunque l'O non può seguitare a dirsi il sostegno delle combustioni; e la distinzione fra comburenti e combustibili a rigore non regge più. Ora che si conosce come non tutte le combustioni sieno ossigeniche, come avea creduto Lavoisier; ora che il vocabolo combustione à ricevuto nella scienza un significato alquanto diverso dall'antico; ora che la combustione si considera come un effetto dell'affinità chimica, bisogna riconoscere che alla combustione concorrono colla stessa attività ambedue le sostanze, le quali combinansi assieme.
IV. SCOLII. 1° La combustione esige per condizione indispensabile una temperatura bastantemente alta; tanto che non principia se non dopo riscaldato il combustibile, e cessa quando questo venga raffreddato. Infatti perchè si può accendere una fiamina col solo appressarne un'altra al corpo infiammabile? La risposta è facile: perchè la combustione non comincia se non quando il combustibile è convenientemente riscaldato, e comunemente dev'esserlo al di là della temperatura ordinaria. Ma per certe sostanze, come quelle delle quali è ricoperta una estremità di un solfanello fosforico, basta il riscaldamento, che può eccitarsi col solo attrito. Durante poi la combustione, svolgesi un calore ordinariamente più intenso di quello necessario per l'accensione; e però il corpo si mantiene da sè stesso riscaldato quanto basta per seguitare a bruciare. Il qual riscaldamento è maggiore, se è maggiore l'affinità del combustibile per l'O. Del resto se l'acqua estingue le combustioni, ciò non avviene solamente perchè impedisce la comunicazione fra l'O ed il combustibile, ma anche perchè questo viene per essa a raffreddarsi.
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Lavoisier
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