6° È un fatto tuttora non ispiegato, che a traverso di tubi finissimi, o di piccoli fori praticati in una lastra di metallo l'infiammazione non può propagarsi, e che una tela metallica costituita da 100 fino a 140 maglie per centimetro quadrato, intercetta compiutamente la fiamma: e ciò non ostante il gasse infiammabile trapassa la tela: dacchè esso può al di là di questa inframinarsi e continuare ad ardere(52).
7° Sono state fatte molte ipotesi per ispiegare la produzione del fuoco nelle combustioni. I Peripatetici credevano che il fuoco fosse una sostanza corporea sui generis, sottilissima, e leggiera, la quale venisse sprigionata nelle combustioni; e poichè la combustione non era, secondo essi, che la risoluzione di un misto nei suoi principii, pensarono che il fuoco fosse uno, anzi il più nobile, dei quattro elementi de' corpi. Aristotile avea insegnato, che una sostanza organica dovesse risultare dall'unione di tutte le sostanze elementari; ed aveva fatto avvertire che il legno nel bruciare si divide in terra (e tale è la cenere), in acqua (ed è quella parte del fumo, che bagna), in aria (che è l'altra parte leggiera ed invisibile del fumo), e finalmente in fuoco (che è quella sostanza più leggiera, lucida, e riscaldante, che costituisce la fiamma). Quando furono abbandonate tutte le idee, sulle quali poggiava la teorica degli aristotelici, Sthal pretese spiegare la cosa supponendo nei corpi un principio, che non si è mai potuto capir bene che cosa fosse, da lui chiamato flogisto, (parola derivata da phlox, phlogos? fiamma, e phlogizo, flego? infiammare, bruciare), il quale svolgendosi producesse il fuoco.
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Peripatetici Sthal
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