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      Uniamo insieme questi sei metalli, perchè essi decompongono assai bene l'acqua anche a freddo, ed alla temperatura ordinaria combinansi con rapidità all'O dell'aria.
     
      SCOLII. 1° Il K può trarsi dall'idrato di potassa trattato col Fe e col carbone; ma suole ottenersi riscaldando altamente il carbonato di potassa meschiato al carbone. Serve per la riduzione degli ossidi restii all'azione del carbone, e fu adoperato per incendiare sott'acqua la polvere. À grande affinità per l'O, con cui fa due composti: il protossido KO, ed il perossido KO3; il primo dei quali è la più potente base, che si conosca, e coll'acqua fa l'idrato di protossido di K, cioè la potassa. La quale in Chirurgia serve a cauterizzare le carni, e dicesi pietra da cauterio. Il cremore di tartaro è bitartrato di potassa purificato; il nitro, o sal nitro, è nitrato di potassa; il piroforo, che arde pel solo contatto dell'aria, è solfato di potassa scaldato con metà di nero di fumo; il fegato di solfo è pentasolfuro di potassio. I sali di questo (come tutti gli altri sali alcalini) si rifiutano a dare verun precipitato nelle soluzioni dei carbonati alcalini; ma possono riconoscersi dagli altri per la grande affinità, che ànno sì per l'acido tartrico formando un bitartrato quasi insolubile nell'acqua, come poi solfato d'allumina, con cui fanno un solfato doppio facilmente cristallizzabile in ottaedri.
      2° Il Na si ottiene mischiando, e riscaldando bene il carbone, ed il carbonato di soda. Esso toglie l'O alla maggior parte dei corpi ossidati, ed all'aria; e però conviene conservarlo, come il K, in olio di nafta.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424

   





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