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      Quello dei fili da gravicembalo o d'archal è il meno impuro ferro di commercio. Ma può aversi puro, scaldando fortissimamente in un crogiuolo dei pezzetti di filo d'archal, appena ossidati, e misti a poco vetro in polvere. Il Fe nell'aria del tutto alida non si ossida che a calore più alto del rosso scuro. Purissimo ed assai diviso (quale ottiensi riducendolo con una corrente d'H) dicesi ferro piroforico; e s'infiamma anche a freddo appena tocca l'aria. Il Fe a contatto dell'aria, se umida, fa l'idrato, se mista ad acido carbonico, fa il carbonato di protossido di ferro. Non decompone l'acqua pura che al calor rosso; ma se l'acqua contenga dell'aria, esso si ossida all'ordinaria temperatura; e l'ossidazione o ruggine cominciata che sia, progredisce con rapidità; perchè il Fe fa col suo ossido un elemento voltaico capace di decomporre l'acqua. Per impedirla conviene coprirlo con un velo di Zn; e allora chiamasi ferro galvanizzato, e costituisce un elemento voltaico, che promuove l'ossidazione esclusiva dello Zn. È tanta l'affinità che il Fe à per l'O, che basta il calorico eccitato col batterlo su pietra dura, per far bruciare le particelle, che se ne staccano. Il Fe è attaccato con forza dagli acidi; fra i quali il nitrico concentratissimo non lo attacca che alla superficie, e con ciò lo rende, come dicono, passivo; cioè quasi inattaccabile ad ogni acido. Facendovene cadere una goccia dell'allungato, e lavandolo, la macchia, se il Fe è dolce, è verdognola chiara; se è acciaio, è nera, perchè scopre il C. I carburi di Fe chiamansi ghise; e ve n'à delle bianche, delle grigie, o dolci, delle picchiettate, e delle lamellose.


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Elementi di Fisica Universale
Parte Seconda. Volume Primo
di Francesco Regnani
Stamperia delle incisioni zilografiche Roma
1863 pagine 424