Non potrebb'essere (come è lecito sospettare, e fors'anche più ragionevolmente) che gli elementi veramente e metafisicamente primi e semplici sieno tutti una cosa stessa, e che dalla varia disposizione ed ordine, in cui si trovano riuniti a fare gli atomi, che noi non possiamo in veruna guisa separare stabilmente ed esaminare a parte (6. I. 2a), nasca la varietà dei corpi stessi chimicamente elementari? Bisogna pur confessare che molte e molte cose ci sono finora del tutto occulte, e che intorno a quelle stesse, alle quali furono rivolte le umane investigazioni, rimane ancora molto a sapersi. Anzi è ora ben manifesto che l'uomo non potrà giammai vantarsi di avere sciolto ogni nodo, e di aver penetrato tutti gli arcani della creazione: e che, quantunque sien grandi i progressi già fatti nella scienza del mondo materiale, non mancheranno mai nuove scoperte ad eccitare quella meraviglia e quella sorpresa, che vivamente scuotendoci spiega dinanzi al nostro pensiero la grandezza di Dio e il nostro nulla, e ci infiamma il cuore del desiderio di arrivare a quel beato soggiorno, in cui avremo del Creatore e delle sue opere un compiuto e giusto conoscimento.
ARTICOLO III
LEGGI CHIMICHE GENERALI
80. Leggi delle analisi, e delle sintesi.
Le condizioni, i modi, e gli effetti delle composizioni e decomposizioni ni chimiche degli inorganici non sono che altrettanti o corollarii o epiloghi delle dottrine già stabilite. Potremo quindi trattarne assai speditamente.
I. SCOLII. 1° Rapporto alle condizioni prerequisite per le sintesi, di regola ordinaria l'affinità chimica non opera se i corpi non sono a contatto, ad alta temperatura, ed in istato fluido, almeno quanto ad uno di essi.
| |
Dio Creatore Rapporto
|