Nella soluzione di solfato di zinco s'immerga del carbonato di potassa; se ne ottengono due sali nuovi, cioè solfato di potassa, che rimane sciolto, e carbonato di zinco, che è insolubile. Quindi è che l'affinità chimica si ritiene per una forza metaforicamente elettiva.
7° È un effetto ordinario, e perciò indizio delle combinazioni, l'eccitamento di calore, e talora anche di luce (quindi la roventezza, le combustioni e le fiamme), non che l'omogeneità e spesso anche la trasparenza del composto; come è omogenea e limpida l'acqua, in cui trovisi disciolta la calce a formare un idrato.
8° A risolvere un composto nei suoi componenti è necessario (61. IV. 8°) riscaldarlo più o meno fortemente; oppure (62. I) farlo traversare da una corrente elettrica; oppure (62. IV. 3°) esibirgli un terzo corpo, col quale il componente, che non si vuole isolare, abbia maggiore affinità di quella che à per l'altro, con cui si trova unito; oppure come abbiamo già (63. II. 3°) accennato, e come vedremo nella Sezione seguente (29. II. 4°), esporlo alla luce specialmente violetta. Ove riflettasi al primo di questi requisiti delle analisi, si vede, che sebbene l'elevazione di temperatura sia ordinariamente una condizione delle sintesi, pure una temperatura assai elevata indebolisce le affinità. Del resto si può ottenere la decomposizione dei corpi facendo evaporare, o sciogliere, o solidare quello dei componenti, che non si vuole possedere isolato: ma questo metodo pare che non riesca, se non quando si tratta di miscugli, o di combinazioni assai deboli.
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Sezione
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