Ma non basta: nel mercurio medesimo (O) si immerge la bocca di un altro tubo (U) laterale, men ostile, chiuso superiormente, e pieno d'aria; al quale è annessa una scala graduata (C). Dopo ciò, si empie d'acqua tutto il vase cilindrico, e chiusa la chiavetta (D) si preme l'acqua collo stantuffo (S). Con ciò viene premuto anche l'idrargiro (O), il quale alla sua volta comprime tanto l'aria del tubo laterale (B), (e salendo in questo dà la misura della pressione esercitata dallo stantuffo), quanto il liquore del tubetto del recipiente (A), e salendo pure in questo mostra la compressione del liquore, e (quando si conosca il rapporto che passa fra tutta la capacità del recipiente (A) e quella di ciascuna divisione del tubetto) ne dà eziandio la misura. E qui a comprendere il perchè di tanta complicazione è bene sapere, che se il recipiente (A), in cui si vuol comprimere il liquido, non fosse immerso dentro l'acqua, si gonfierebbe: e così darebbe occasione di attribuire alla compressione ciò, che non si dovrebbe ad altro che alla sua aumentata capacità. Ma anche con questo artificio, siccome la pressione che soffre internamente il vase non è perfettamente uguale a quella che soffre all'esterno, come si dimostra col calcolo; così vi è un aumento di capacità che deve eliminarsi pure col calcolo. Or bene: con questo artificioso metodo, nella supposizione che il detto calcolo nell'applicazione pratica sia rigorosamente esatto, e che le pareti del recipiente (A) e del suo sottilissimo tubo non soffrano esse medesime compressione veruna, (la qual cosa non fu ancora, che io mi sappia, rigorosamente dimostrata) si arriva finalmente a provare che con una pressione uguale a quella che può esercitare una colonna di idrargiro alta 76 centimetri, l'acqua stillata, se purgata d'aria, diminuisce di 51 millionesimi del suo volume, se non purgata, di soli 49.
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