Anzi potrebbe di più ottenersi che tali segni non si confondessero al ritorno delle indicazioni medesime. Basterebbe a questo scopo fare che il roteggio d'orologeria trasportasse continuamente la carta, imprimendole un ruoto lentissimo, ed uniforme nel senso perpendicolare alle escursioni dell'indice. Questo metodo già fu adottato e prova sufficientemente bene.
(47) Di questi ve n'à uno chiamato ad aria libera, un altro detto ad aria compressa, ed un terzo metallico detto anche di Bourdon.
Il manometro ad aria libera (fig. 199.) consiste in una vaschetta (D) piena d'idrargiro, in cui pesca un lungo tubo (BD) verticale ed aperto da ambe le parti, e sigillato con mastice alla bocca (D) della vaschetta. Questa à un condotto laterale (DC), che mette in un altro tubo (AC) verticale e pieno di acqua, al cui estremo (A) superiore si innesta il canale di comunicazione col recipiente, ov'è il gasse, di cui si vuol misurare la pressione. A graduarlo si lascia in comunicazione coll'aria esterna l'acqua contenuta nel tubo laterale (AC); ed al livello, cui si arresta il mercurio nell'altro tubo (BD) si segna 1: e ciò indica che l'idrargiro sopporta una pressione atmosferica, com'è di fatto. Da questo punto in su, prendendo tante distanze di metri 0,76 l'una, si segna 2,3,4,....; ed è chiarissimo che allora l'idrargiro giungerà sul 2,3,4,...; quando sarà sottoposto a pressioni uguali a due, tre, quattro volte quella dell'atmosfera.
Nel manometro ad aria compressa si sostituisce al tubo aperto dell'antecedente un tubo chiuso (fig.
| |
Bourdon
|