Per maggior chiarezza, M (fig. 34.) rappresenti il grave sospeso, pel filo flessibile FM, al punto fisso F; GR ne rappresenti il peso, e G ne sia il centro di gravità. Sarà DR la linea di direzione. Quindi a mettere in equilibrio M, è necessario che una forza uguale e contraria a GR, venga applicata o nel punto G, o in qualunque altro punto della DR, il quale per altro sia invariabilmente congiunto con G. Dunque se il punto di sospensione si troverà nella retta DR, certamente ne nascerà equilibrio. Imperocchè il peso non potrebbe in questo caso avere altro effetto, che o di strappare il filo, o di smuovere il punto fisso. Invece il filo si suppone qui di una tenacità invincibile, e il punto fisso si considera come assolutamente immobile. Ma poniamo che il punto fisso si ritrovi fuori della DR (fig. 35.), e per dire una cosa, in F. Allora, decomposta la GR in due altre forze, una GP perpendicolare alla linea del filo, l'altra GQ diretta secondo questa linea medesima; è manifesto, che tutta la GQ resterebbe elisa dalla tenacità del filo, e dalla fissezza del punto immobile, e la GP farebbe piegare il filo. Perciò, essendo questo flessibile, o inflessibile e mobile intorno ad F, il corpo M si muoverebbe.
III. COROLLARII. 1° Dunque viceversa, posto che un corpo qualunque appeso ad un filo flessibile sia in equilibrio, il suo centro di gravità si troverà in quella retta (fra le linee parallele, che rappresentano in un sito medesimo le direzioni della gravità), che passa pel punto di sospensione.
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