Dacchè il fulcro, stando fra le due forze, può essere o più vicino alla resistenza, o più dappresso alla potenza, o ad ugual distanza da ambedue.
3° Dunque la leva interresistente, come sono i remi, favorisce sempre la potenza. Dacchè è inevitabile che la resistenza, trovandosi fra il fulcro e la potenza, e però più vicino di questa al fulcro medesimo, sia favorita meno della potenza.
4° Dunque la leva interpotente, a cui si riportano le molle e i muscoli del corpo degli animali, è sempre a svantaggio della potenza. Dacchè essa è il rovescio dell'antecedente. Non manca per altro di utilità: giacchè, mentre la potenza appena si muove, la resistenza deve percorrere un grande spazio.
5° Dunque per l'equilibrio fra la potenza P = p, e la resistenza R = r, in una leva (fig.65) di lunghezza AB =l, il fulcro dovrà stare ad una distanza AF = x, dal punto d'applicazione della P, uguale al quoto che si ottiene dividendo per la somma delle forze il prodotto della R colla lunghezza della leva. Chè il braccio della R sarà BF = AB - AF = l - x; e però, per l'uguaglianza dei momenti statici, px = r (l - x) = rl - rx. Onde px + rx = rl, ed x (p + r) = rl: in fine x = rl /p+r
IV. SCOLII. 1° Nella ricerca delle condizioni dell'equilibrio in una leva si fa astrazione dal peso dell'asta(9), dalla resistenza dell'aria, e dall'attrito; ed inoltre si suppone che le forze stieno nel medesimo piano col fulcro.
2° Il ragguaglio fra il tempo e le forze e la deduzione, che se ne deduce, che cioè quanto si guadagna in forza, tanto si perde in tempo, appartiene al così detto principio delle velocità virtuali.
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