5° Ciò non ostante vi sono alcune poche leggi sicure sull'attrito. Esse sono state dedotte da sperienze istituite per mezzo di strumenti chiamati tribometri. Tre sono, i principali. I. Una lunga tavola orizzontale di legno costituisce il piano, su cui si pone il corpo, il cui attrito si vuole misurare. Su questa tavola riposa una specie di treggia, che è parimente di legno, ed è munita d'un uncino, a cui si attacca una funicella, la quale corre parallelamente alla tavola, passa accavalcioni sopra una carrucola (la cui staffa è fissata all'estremità della tavola medesima), e cadendo verticalmente sostiene un bacino. Il peso del bacino, più i pesi, coi quali bisogna caricare questo medesimo per ottenere nella treggia un principio di movimento, dànno la misura dell'attrito. II. Con uno dei due solidi, dei quali si pretende valutare l'attrito, cui soffrono strisciando l'uno sull'altro, si forma un piano girevole su due cardini, affine di poterne variare a piacere l'inclinazione all'orizzonte. L'altro poi, dei due sopradetti corpi, si posa sul piano medesimo; e si cerca l'inclinazione più ripida di questesso, in cui l'altro solido si sostiene. III. Il tribometro, che può così chiamarsi per antonomasia, è quello formato da cinque ruote; e serve a misurare tutte e tre le specie di attrito. Quattro ruote mobilissime ed uguali (fig. 82.) sono fermate due a due colle loro staffe sopra un piano in maniera, che la circonferenza dell'una si sovrapponga in parte sa quella dell'altra; e sieno parallele fra loro.
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