Rappresenti HK (fig. 123.) un toro di ottone, cioè un anello massiccio riunito al suo perno MN con un disco metallico; insomma un corpo di figura simile all'omonimo membro delle basi architettoniche, e trapassato da un perno MN solido. Suppongasi che un toro sì fatto giri in un piano verticale intorno al suo perno nel senso delle frecce H, K, e che da una forza continua venga spinto a girare in un piano orizzontale secondo le frecce Q, S. L'asse della prima rotazione, secondo la convenzione (I. 2°) verrà espresso da AX, e quello della seconda da CY. Si trasporti questo secondo al centro A di rotazione, cioè in AZ, e fatta la debita composizione delle rotazioni, la AR ne rappresenterà l'asse della rotazione risultante. E però il corpo rotante tenderà a piegarsi secondo quest'ultimo asse; e quando non ne sia impedito, realmente il perno MN si porterà sulla detta diagonale AR. Allora, se la pressione orizzontale perseverà, si farà una nuova composizione del primo asse verticale AZ coll'asse risultante AR; e di nuovo il perno si piegherà e collocherà sulla nuova diagonale AR', e così di sèguito. E tal movimento sarà tanto più veloce, quanto più energica sarà la forza continua, o più lunga la retta, che rappresenta l'asse della rotazione, cui essa tende a produrre. Quando finalmente la risultante combacerà con AZ, il perno cesserà di piegarsi; e poichè gli assi delle due rotazioni saranno allora coincidenti, la pressione non indurrà più veruna conversione nel perno, ma la rivoluzione della massa.
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