Per la qual cosa questo eccesso sostiene altrettanto peso del solido.
Dimostrazione 2a. A provare esperimentalmente questessa verità fondamentale, si appende ad un braccio della bilancia così detta idrostatica, (fig. 129.) un vasello cilindrico (A), ed a questo un cilindro massiccio (B) di volume eguale alla capacità del detto vasello; poi si stabilisce l'equilibrio, e si fa discendere l'asta della bilancia, affinchè il cilindro (B), si tuffi completamente nell'acqua. Con ciò l'equilibrio si rompe; ma per ristabilirlo basta empire con acqua il piccolo vase, ossia basta aggiungere dalla parte del solido immerso un peso uguale a quello dell'acqua, che venne scacciata per l'immersione del solido.
II. SCOLIO. Come il peso (fig. 130.) di un corpo (ADB) si concepisce, tutto riunito nel suo centro di gravità (G), così tutta la spinta, che il liquido esercita a sostenere il peso del corpo immerso, si deve intendere applicata (fig. 131.) nel centro di gravità (C') di quella figura astratta (ADB), che rappresenta la parte immersa del solido, o se vuolsi (fig. 130.) in quel punto (C), che sarebbe il centro di gravità del liquido, ove questo seguitasse ad occupare il posto (EDF), donde è stato cacciato dal corpo immerso.
III. DEFINIZIONI. 1° Il punto (C) ove si ritroverebbe il centro di gravità di quella porzione e figura (EDF) di liquido, che è stata espulsa dal corpo immersovi, è chiamato centro di spinta verticale.
2° Quella linea (DCG), la quale passa pel centro di spinta (C), e pel centro di gravità (G) di un galleggiante collocato nella posizione d'equilibrio, dicesi asse primitivo.
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