Ora le pressioni stanno fra loro direttamente come le altezze delle colonne prementi, ossia p : p' :: MP : DP. Dunque g : g' :: MP : DP; donde g'=gDP/MP. E per conseguenza, sostituendo questo valore nella formola della velocità, sarà [vedi fig. mat055.gif], e[vedi fig. mat056.gif].
III. COROLLARII. 1° Dunque la velocità dell'efflusso è indipendente dalla specie e densità del liquido. Infatti esso varia soltanto coll'altezza di pressione. E sebbene questa debba divariare colla densità, conviene avvertire che colla densità cangia anche la massa spinta: e quindi, essendo le forze motrici proporzionali alle masse, la velocità rimane costante.
2° Dunque le velocità dell'efflusso stanno fra loro come le radici quadrate dei rispettivi carichi, o profondità degli orifizi. Giacchè chiamando p, p' tali profondità, le velocità saranno [vedi fig. mat057.gif]: e quindi [vedi fig. mat058.gif].
3° Dunque la portata assoluta, supposto invariabile il livello, equivale ad un prisma di liquido, di base uguale all'area dell'orifizio, e di altezza pari allo spazio, che sarebbe percorso da un grave nel detto tempo e colla velocità dell'efflusso.
IV. SCOLII. 1° Se l'acqua fosse premuta anche artificialmente con uno stantuffo, bisognerebbe trovare di che quantità s'avrebbe ad accrescere la colonna del liquido, affinchè questo facesse da sè solo quest'altra pressione ancora. Ciò fatto dovrebbe dirsi che il liquore à nell'uscire la velocità, che avrebbe, se ivi fosse caduto non solo dal livello, ma da un'altezza tanto maggiore quanto è grande la detta quantità.
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