5° Allora si à l'eco o semplice o molteplice, quando incontro al sito, in cui si pronuncia una parola ritrovansi uno o più ostacoli, che impediscono al suono di andare oltre. E sempre si avvera che, nel caso dell'eco monosillaba, l'ostacolo dista circa 17 metri; è distante 34, cioè 17x2, nel caso della dissillaba; 51, ossia 17x3, quando è trisillaba, e così via dicendo.
6° Supponendo che il suono venga riflesso da un ostacolo, o da un corpo capace di vibrare sotto gli impulsi dell'aria, che lo trasporta, l'eco si spiega a maraviglia. Dacchè se i raggi fonici rimbalzano sull'ostacolo, e ritornano donde partirono; il suono, che essi producono, deve ritardare in proporzione della lunghezza del loro viaggio. Ed invero in termine di un secondo si possono pronunciare a un dipresso dieci sillabe; e però per la pronunciazione di una sillaba impiegasi un decimo di secondo. Inoltre il suono à tal velocità nell'aria, che in un decimo di secondo percorre 34 metri. Ond'è che quando un ostacolo è distante 17 metri, il suono nell'andare e venire impiega un decimo di secondo. Per la qual cosa nel sito dov'è colui, che pronuncia una data parola sotto queste condizioni, ritorna il suono della prima sillaba allorchè esso sta pronunciando la seconda, allorchè cioè l'orecchio suo è fortemente modificato da tal pronunciazione; il suono della seconda arriva quando il medesimo pronuncia la terza; ma il suono dell'ultima ritrova l'orecchio disoccupato, ed è sensibile. Che se l'ostacolo distasse il doppio, due sillabe intere riverrebbero all'orecchio allorchè ritrovasi tranquillo: e l'eco sarebbe polisillaba.
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Supponendo
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