E quindi le oscillazioni che in tal caso eseguirà l'aria saranno più ristrette, ed i colpi da essa impressi all'orecchio riusciranno più deboli, e se ne risentiranno de' suoni meno intensi.
3° È anche facile a vedersi che le oscillazioni dell'aria diverranno meno ampie, e le condensazioni e le rarefazioni riusciranno minori, ove esse ritrovinsi a maggior distanza dalla sorgente del suono. Imperocchè ciascuno strato d'aria, oscillando, urta lo strato prossimo e lo determina ad oscillare. La quantità di moto rimarrà quindi costante, ma la velocità dovrà diminuire. Anzi l'intensità del suono dovrà decrescere col quadrato della distanza. Dappoichè tale intensità è in ragione diretta della velocità delle molecole aeree; questa velocità è in ragione inversa della massa d'aria determinata a vibrare; e le masse costituenti i singoli successivi strati d'aria, spessi ugualmente, stanno fra loro come i quadrati dei loro raggi, ossia come i quadrati delle distanze dei singoli strati dal centro di moto o dalla molecula sonora vibrante.
4° Non accade così quando viene determinata ad ondulare l'aria racchiusa in un tubo cilindrico. In tal caso ciascuno strato, ugualmente spesso, à la stessa massa; e la velocità impressa si manterrà sotto questo riguardo costante. Perciò coi tubi parlanti o portavoce si tramandano i suoni a distanze grandissime.
5° Poichè le vibrazioni più frequenti producono nell'aria onde più ristrette, e suoni più acuti, evidentemente l'altezza de' suoni dipende dalla lunghezza delle onde e dalla frequenza dei colpi dati dall'aria all'orecchio.
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