3° Nell'interno dei mezzi ponderabili l'etere si trova in uno stato d'elasticità vario secondo la loro natura; e sempre minore, in rapporto alla sua densità, che non nel vuoto: più il mezzo è rifrangente, meno l'etere vi è elastico.
4° Le vibrazioni si propagano a traverso dei mezzi in virtù dell'etere interno; ma in essi procedono con minore velocità.
5° Le vibrazioni regolari dell'etere, scuotendo i nervi della retina, producono nell'animo la sensazione di luce. Colla maggiore ampiezza di esse vibrazioni si associa la vivezza maggiore della luce, dalla varia frequenza delle medesime nascono i diversi colori.
6° Il raggio luminoso non è altro che una retta normale alla superficie dell'onda eterea; cioè a quella superficie, i cui punti sono insieme scossi.
7° Le oscillazioni dell'etere nell'onda luminosa sono perpendicolari al raggio. Si fanno cioè nella superficie dell'onda: al contrario di quello che avviene nelle onde sonore.
II. SCOLII. 1° La legge del cammino rettilineo e per ogni verso della luce è conseguenza del moto ondulatorio. Infatti (fig. 203.) ciascuna particella (A, B, C, D) d'etere, la quale è posta in agitazione dalle vibrazioni del punto lucido (S), genera una propria onda sferica. Ma tutte le onde sferiche prodotte dalle dette particelle s'intersecano; e colle loro intersecazioni generano una superficie inviluppante (abcd), sferica essa pure, la quale costituisce l'onda risultante: intanto che per i movimenti contraria si distruggono a vicenda tutte le altre porzioni delle onde parziali.
| |
|