L'onda risultante genera nelle molecule consecutive un nuovo ordine di onde parziali, e queste formano una nuova onda risultante più ampia; e così di sèguito. In tal guisa la superficie generale dell'onda propagasi come esistesse sola; e si va rarefacendo, e si dilata a misura che il moto si comunica alle molecule consecutive. Perciò elidendosi i moti laterali restano quelli soli, che stanno nella direzione dei raggi geometrici; vale a dire delle rette condotte dal punto lucido a qualsivoglia punto della superficie dell'onda.
2° È chiaro che l'intensità della luce è in rapporto coll'impressione fatta dalle molecule dell'etere sulla retina in un dato tempo; e perciò coll'ampiezza di escursione, cioè colle loro velocità assolute. Ora tale ampiezza va in ragione inversa della distanza, pel principio della conservazione delle forze vive. Per conseguenza, ove suppongasi che l'impressione fatta sulla retina sia proporzionale alla forza viva, siccome questessa sta in ragione diretta dal quadrato della velocità; così l'intensità della luce dee decrescere col quadrato della distanza. In questa dimostrazione si considera la forza viva, la quale risulta dal quadrato della velocità moltiplicato per la densità dell'etere; e ciò per la seguente considerazione. Allorché un fascetto lucido si spartisce in due, esempigrazia per birifrazione, in un mezzo perfettamente diafano, non vi à perdita di luce; cosicchè la somma delle intensità rimane costante, sebbene cangino di grandezza e di segno le velocità assolute delle molecule in vibrazione.
| |
|