II. SCOLII. 1° Poiché la rifrazione dipende dal cangiamento di velocità, cui soffre la luce nel passare da un mezzo ad un altro, per ispiegare la dispersione bisognerebbe ammettere che tal cangiamento fosse diversa per i differenti colori; vale a dire che le onde di differenti lunghezze si propagassero nei mezzi rifrangenti con velocità diverse. Eppure, secondo le leggi dinamiche, il moto si propaga in un mezzo elastico omogeneo con velocità costante ed uniforme in tutte le direzioni. Ecco la più formidabile obbiezione contro la teorica delle onde. Ma conviene avvertire che quest'ultima legge si avvera nel vuoto, e non per l'etere imprigionato fra le molecule dei corpi.
In fatti Mossotti nel 1841 dimostrò col calcolo che per causa delle rapide alternazioni di maggiore o minore densità, che l'interposizione delle molecule, e delle loro atmosfere introduce nelle parti successive di un rifrangente, le ondulazioni più corte sono ritardate di più, e meno lo sono le più lunghe; ed espose la legge di questo ritardo.
2° È manifesto che la presenza delle molecule ponderabili impedisce le vibrazioni dell'etere, e ne diminuisce l'ampiezza; quindi l'indebolimento della luce dipendentemente dalla spessezza e dalla natura dei mezzi. I corpi densissimi, come i metalli, elidono completamente le ondulazioni, quando non sono estremamente fini: e l'analisi dimostra, che in uno stesso mezzo certe ondulazioni potranno essere annichilate più facilmente delle altre, a seconda della lunghezza loro, e della disposizione delle molecule del mezzo.
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Mossotti
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