Viceversa al raccorciarsi pel freddo (fig. 103.) dell'asta verticale (P") e sollevarsi della lente, s'inarcherà la trasversale in modo che le due sfere verranno a deprimersi. In ogni caso dunque, se tutto sia stato ben calcolato, il centro di oscillazione del sistema, il quale pel peso delle due sferette dee trovarsi più alto del punto medio della lente, potrà benissimo rimanere costantemente nel medesimo sito, (cioè sulla stessa retta CD parallela ad AB.)
È questo artificio stesso che l'orivolaio Martin applicò pel primo al bilancere degli orologi portatili. A quattro punti equidistanti della circonferenza del bilancere medesimo si saldano (fig. 104.) quattro lamine compensatrici (ab) formate di argento e di platino, ponendo questo nella parte interna, e quello nella esterna. Alle lamine stesse sono annesse tante sferette di oro, le quali sono così pesanti, che in esse trovansi i centri di gravità, dai quali deve valutarsi l'ampiezza del raggio del bilancere. Col riscaldamento s'ingrandisce la circonferenza del bilancere, e questo principia ad oscillare più lentamente; ma allora le lamine si ripiegano e portano verso la circonferenza medesima le sferette pesanti. Quando invece il raffredamento impiccolisce il raggio del bilancere, la circonferenza di questo si ristringe, ed i punti, ai quali sono saldate le lamine compensatrici, s'avvicinano all'asse della ruota. Ma nel tempo stesso le lamine si svolgono e portano a maggior distanza dalla circonferenza le sfere pesanti, o per dir meglio, queste rimangono alla medesima distanza dall'asse della ruota: e per conseguenza le oscillazioni si mantengono isocrone.
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Martin
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