Questi pregi, benchè fossero soli (ciò che non è) basterebbero a collocare il barometrografo del professor Armellini sopra tutti gli inventati finora.
Più tardi lo stesso Professore al nostro Archiginnasio à ideato barometri di altre forme assai ingegnose: i quali strumenti ànno ricevuto in Italia e fuori il meritato plauso. Fra questi ve n'à uno molto elegante (ma meno utile di quello descritto), il quale (fig. 143.) à la canna (BO) fissa, e la vaschetta (KQPN) mobile: e questa ritrova il suo equilibrio stabile, perchè è attaccata per due anse (HK, MN) ad un vero, ma assai grande areometro (R) galleggiante nell'acqua di un vaso fisso (V.)
(26) Come avviene nei pozzi artesiani, che sono in uso fin da un tempo immemorabile, e che sono così detti dalla provincia francese d'Artois, nella quale abbondano. Per costruire uno di questi pozzi bisogna forare il suolo verticalmente fino a quella profondità, in cui l'acqua (fig. 145.) scorre in uno strato (MM) di sabbia o d'arena, che è permeabile, ed è racchiusa fra due strati (AA, BB) impermeabili, per esempio di argilla.
Ma se il detto suolo non ritrovisi ad un livello molto più basso di qualche vicina montagna, l'acqua non vi salirà. Dacchè il liquido, anche quando è condotto dentro un doccione, non sale mai fino al livello del primo serbatoio: e poi siccome l'acqua, che zampilla dai pozzi artesiani, è la pluviale che scolò dai fianchi di una montagna, e poi s'intromise nelle cavità terrestri; però il livello della sorgente è quello dell'acqua racchiusa sotto terra, non il cacume della montagna.
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