Qui non regnava distinzione di grado, ma viveva ognuno pressochè ad uno stesso livello; qui non l’apparato formidabile delle leggi, ma i saggi principii servivano a ciascuno di norma; qui non sacrileghi giuramenti insultavano il Vangelo, ma la sola parola era per tutti un vincolo sacro; qui non la minacciosa spada della giustizia, ma l’incorrotta fede, e la stima de’ proprii concittadini avevano bastevole forza per porre un freno alle passioni. Educavansi i giovani coll’indurarli al travaglio, coll’esporli ai pericoli, coll’esercitarli per tempo nella pesca, nella caccia, nel nuoto, nella navigazione, ed in tutto ciò che vale a rendere l’animo intrepido, e valido il corpo. D’altra parte la virtù e la semplicità erano i maggiori pregi delle fanciulle, nelle quali il cambiar dell’età riconoscevasi per lo sviluppo delle membra e non per quella de’ desiderii. Le loro giornaliere occupazioni erano le faccende domestiche, di cui facevano parte colle vigilanti lor madri, che in tal modo addestravanle a procacciarsi quella dote, ch’elleno medesime recata aveano ai lor mariti, cioè un cuor puro in corpo sano, mani operose e industri, ed una scrupolosa esattezza nell’adempiere i doveri del loro stato. I vecchi intenti sempre alla prosperità de’ loro simili, non esigevano che rispetto, e rispetto ottenevano. Tutti finalmente questi fortunati Isolani vivevano tra loro legati in dolcissima comunanza, unanimi essendo i loro sentimenti, ed uniformi ai voti della natura.
I nuovi ospiti furono soddisfattissimi del grazioso accoglimento, che ricevettero da quegli abitanti nel seno di una felice mediocrità. E lo furono ancora più, quando appresero da’ nuovi rifuggiti qui giunti, che se il valore di Stilicone generale de’ Romani avea costretto Alarico, giunto alle porte di Roma, a ritirarsi sino alle Alpi Rezie, un turbine ancor più tremendo era scoppiato in Italia.
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