Questi tribuni esser dovevano scelti dai suffragi di tutti gl’isolani. Le loro funzioni duravano un anno, e dovevano essi render conto della loro condotta e della loro amministrazione all’Assemblea Nazionale, la quale raccoglievasi ora in un’isola, ora in un’altra, perchè non vi fosse luogo a rivalità. Per tal modo tutte le isole si trovarono regolate da una costituzione libera, nè vi fu d’uopo, per farla accettare, di occultare il rigore sotto la maschera della ragione, nè di fingere misteriose comunicazioni con Enti sovrumani, siccome fatto aveano Solone, Licurgo, e Numa. Qui essendo probo ogni uomo, sentiva già nel proprio cuore la forza della legislazione, e già si rallegrava del concerto armonico, che risultar dovea dai costumi uniti alle leggi. Avvezzi ad obbedir come figli, ben presto impararono ad obbedire come cittadini: avvezzi a comandar come padri, ben presto appresero a comandare come magistrati. La vita privata era una continua lezione della vita pubblica, ed il più illustre cittadino era quello che segnalavasi per le sue virtù; e qui pure, del pari che in Grecia, il figlio di Polimnio, il celebre Epaminonda sarebbe stato più ammirato per la sua tenera pietà filiale, che per la gloria acquistata a Leuttra ed a Mantinea. Sotto una tal’egida fiorì l’attiva ed utile industria, e si propagò l’avventurosa popolazione. Quindi i sommi progressi nel commercio e nella navigazione, come pure nelle scienze e nelle arti. Tuttavia non potrebbesi riferire nemmeno a questo tempo, che fu l’anno 455, l’epoca della festa per la Fondazione di Venezia, poichè non potevasi certamente dare per anco il nome di città ad un ammasso d’isole separate, e distinte fra loro con nomi diversi, e non aventi ancora un centro fisso.
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